Il cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace viene ricordato dalla Galleria dell’Accademia di Firenze con una mostra dal 20 dicembre al 12 marzo 2023 realizzata in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale Reggio Calabria: è un percorso per immagini con le fotografie di Luigi Spina a cura di Carmelo Malacrino, direttore del museo calabrese.
Sono esposte 16 fotografie di grande formato (90 X 134 cm) che rappresentano un tributo alla potenza e alla bellezza iconografica dei Bronzi di Riace, capolavori indiscussi dell’arte greca del V secolo a.C. La sequenza delle immagini, otto più otto, dedicate rispettivamente alla statua A e alla statua B, crea, come spiega Spina, un lento e incessante racconto: “sottolinea l’epidermide bronzea, diversa per ciascun soggetto, che prende forma, densità e lucentezza, e il chiaroscurale dei corpi si tinge dello spettro multiforme del bronzo che, al variare della luce, mostra superfici corporee che dialogano con l’occhio dell’osservatore”. L’obiettivo del fotografo è quello di far emergere aspetti che non sono solo quelli oggettivamente visibili, ma riguardano nel profondo la nostra cultura.
La mostra è accompagnata da un prezioso volume in tre lingue (italiano, inglese e francese), edito da 5 Continents Editions, nella collana “Tesori Nascosti”, dove le immagini di Spina sono affiancate da una narrazione storica e artistica sulle due statue, con testi di Carmelo Malacrino e Riccardo Di Cesare, archeologo e docente presso l’Università di Foggia, che permette al lettore di immergersi nella storia suggestiva dei Bronzi, tra verità scientifiche e domande rimaste ancora aperte.
Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, ha detto: “abbiamo voluto riunire, anche se solo virtualmente, le sculture degli eroi più belli e potenti dell’arte: le statue emerse dal mare di Riace, restaurate ed esposte per la prima volta proprio a Firenze, raccontate dai bellissimi scatti di Luigi Spina, e il nostro David”.
“Riportare l’immagine dei Bronzi di Riace nella città in cui furono esposti per la prima volta al pubblico è una grande emozione”, ha commentato Malacrino. “A cinquanta anni dalla loro scoperta questi due ‘capolavori del Mediterraneo’ continuano ad attrarre in Calabria centinaia di migliaia di visitatori da ogni parte del mondo. Ringrazio la direttrice Hollberg per aver voluto riunire due icone dell’arte: i Bronzi di Riace e il David di Michelangelo. Una suggestiva offerta espositiva e un concreto esempio di sinergia fra grandi musei italiani“.
Le due magnifiche statue in bronzo furono scoperte il 16 agosto 1972, durante una battuta di pesca subacquea nei pressi di Riace Marina, a 8 metri di profondità. Dopo un avventuroso recupero, i due guerrieri – due figure maschili nude, convenzionalmente chiamate A e B, oppure il “Giovane” e il “Vecchio”, di dimensioni leggermente superiori al normale – furono trasportati al Museo Nazionale di Reggio Calabria, dove vennero sottoposte a un primo intervento di restauro, affidato successivamente, agli inizi del 1975, al Laboratorio della Soprintendenza Archeologica della Toscana. I Bronzi furono esposti per la prima volta al pubblico nel dicembre del 1980, a Firenze, nel Museo Archeologico, e poi, nel 1981, al palazzo del Quirinale, a Roma. Un evento di grande risonanza mediatica, che richiamò folle di visitatori da ogni dove. Gli studi hanno consentito di stabilire che le due opere sono riconducibili al secolo d’oro dell’arte greca, databili intorno alla metà del V sec. a.C., esempio di una sapiente e fine tecnica bronzistica, forse realizzate da due maestri diversi ma comunque per una destinazione pubblica.