venerdì 24 Marzo 2023
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Pensioni: Istat, un pensionato in quasi una famiglia su due

Al Nord vivono più spesso da soli o in coppia senza figli mentre quelli del Sud risiedono con maggior frequenza in coppia con figli

In quasi una famiglia su due è presente almeno un pensionato (oltre 11,8 milioni di nuclei); in particolare, nel 32,8% dei casi si tratta di un solo titolare di pensione e nel 13,1% di due e più. E’ la stima contenuta nel rapporto dell’Istat, riferita al 2020. I pensionati vivono più frequentemente in coppia senza figli (37,2%) e da soli (27,7%). È invece più contenuta la percentuale di pensionati che vivono in coppia con figli (17,3%), in famiglie con singolo genitore (11,6%), oppure in altra tipologia (7,8%), cioè in famiglie di membri isolati o composte da più nuclei. Rispetto al resto del Paese, i pensionati del Nord vivono più spesso da soli (29,3%) o in coppia senza figli (40,8%), mentre i pensionati del Mezzogiorno risiedono con maggior frequenza in coppia con figli (21,7%); infine i pensionati del Centro si trovano più diffusamente in famiglie di altra tipologia (10,5%).

I titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità vivono relativamente di più in coppie senza figli (45,9%), mentre i percettori di pensioni di reversibilità vivono prevalentemente da soli (60,1%) e in misura minore con i figli in qualità di unico genitore (26,4%), essendo rappresentati nella stragrande maggioranza dei casi da anziane vedove. Per le famiglie con almeno un titolare, i trasferimenti sociali in favore dei pensionati (da qui denominati semplicemente trasferimenti pensionistici) rappresentano, in media, il 64% del reddito familiare netto disponibile (al netto dei fitti imputati); la quota restante è costituita per il 27,8% da redditi da lavoro e per l’8,3% da altri redditi (primariamente affitti e rendite finanziarie).

Le pensioni di anzianità e vecchiaia, unitamente alle liquidazioni di fine rapporto per quiescenza, forniscono mediamente il 46,1% delle loro risorse economiche, i trattamenti di reversibilità l’8,7% e le restanti pensioni il 10,1%. Per oltre 7,1 milioni di famiglie (il 60% delle famiglie con pensionati) i trasferimenti pensionistici costituiscono più dei tre quarti del reddito familiare disponibile; nel 24,4% dei casi le stesse prestazioni sono l’unica fonte di reddito (quasi 2,9 milioni di famiglie), mentre per il 25,6% delle famiglie il loro peso non supera la metà delle entrate familiari. Se in famiglia vi sono solo pensionati, sale all’80,1% la percentuale di famiglie con trasferimenti pensionistici almeno pari a tre quarti del loro reddito complessivo.

Nel 2020 è sceso al 14,6% il rischio di povertà con le famiglie con pensionati, era al 15,7 nel 2019. Rispetto a quello delle famiglie senza pensionati è inferiore di oltre 10 punti. E’ il dato che emerge dal rapporto dell’Istat sulle condizioni di vita dei pensionati.

Nel 2020, il reddito medio netto (esclusi i fitti figurativi) delle famiglie con pensionati è stimato in 33.543 euro (2.795 euro mensili), in lieve riduzione rispetto al 2019 sia in termini nominali (-0,8%) che reali (-0,7%) e, seppur di poco, superiore a quello delle famiglie senza pensionati (2.683 euro mensili) che subiscono una maggiore contrazione nei due anni (-1,0% e -0,9% rispettivamente in termini nominali e reali). La metà delle famiglie con pensionati ha un reddito netto inferiore ai 26.412 euro (2.201 euro mensili), valore mediano che scende a 22.995 euro nel Mezzogiorno, mentre si attesta intorno a 30.017 euro nel Centro e a 27.869 euro nel Nord. Le famiglie con pensionati presentano un reddito mediano lievemente più basso rispetto a quello delle famiglie senza pensionati. Tale situazione, però, si inverte se si considera il reddito netto familiare equivalente, cioè includendo l’effetto delle economie di scala e rendendo comparabili i livelli di benessere tra famiglie di diversa composizione. Infatti, il valore mediano in termini equivalenti è pari a 18.885 euro per le famiglie con pensionati contro i 17.025 euro delle restanti famiglie.

Il vantaggio comparativo è ulteriormente avvalorato dal rischio di povertà che è pari al 14,6% per le prime e quindi di 10 punti percentuali e mezzo inferiore a quello delle seconde. Ciò conferma l’importante ruolo di protezione economico-sociale, sottolinea l’Istat, che i trasferimenti pensionistici rivestono in ambito familiare. Il rischio di povertà delle famiglie con pensionati si riduce di oltre un punto percentuale rispetto all’anno antecedente la pandemia, mentre quello delle famiglie senza pensionati cresce di 0,9 punti percentuali. La presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari “vulnerabili” (genitori soli o famiglie in altra tipologia) riduce sensibilmente l’esposizione al rischio di povertà, rispettivamente dal 31,4% al 15% e dal 33,9% al 12,7%.

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