venerdì 24 Marzo 2023
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Sud: quanto è davvero previsto nel Pnrr

Dalle Zes alle infrastrutture fino ai beni confiscati alla mafia, quante sono le risorse effettivamente previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza

Ma quanto ha investito il governo Draghi per Il Sud? Quante risorse sono andate davvero in porto, anche attraverso il ministero guidato da Mara Carfagna? Nei social e nei talk fioccano numeri di tutti i tipi. Proviamo a vedere, voce per voce, come stanno realmente le cose. Uno specifico capitolo dedicato al Sud è stato inserito dal governo uscente nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e nel piano complementare correlato. Particolare attenzione è stata riservata alle Zone Economiche Speciali con interventi per le infrastrutture del valore complessivo di 630 milioni di euro. Le risorse sono state ripartite con un apposito decreto interministeriale firmato dai Ministri Giovannini e Carfagna al fine di assicurare a queste aree opere di urbanizzazione primaria e di connessione alla rete stradale e ferroviaria, che consentano di attrarre i traffici commerciali che i porti sono in grado di intercettare.

Non solo. Il Piano complementare al Pnrr destina un investimento di 350 milioni di euro agli Ecosistemi dell’innovazione da insediare in contesti urbani marginalizzati del Mezzogiorno. Strade, infrastrutture sociali e presidi sanitari nelle aree interne e nei piccoli Comuni. Nell’ambito di un progetto volto a destinare nei prossimi 7 anni circa 2 miliardi di euro alle aree interne, un miliardo e 125 milioni sono stanziati all’interno del Pnrr e del Fondo complementare. Un decreto interministeriale ha assegnato 300 milioni di euro per il miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade nelle aree interne. Una norma inserita nella Legge di Bilancio 2022 ha incrementato di ulteriori 50 milioni di euro le risorse a disposizione per questi interventi, anche a beneficio di ulteriori aree che potranno essere ricomprese nella Strategia Nazionale Aree Interne.

E poi il recupero e la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia. Sono state 605 le domande presentate per partecipare al bando da 300 milioni di euro per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione sociale ed economica di almeno 200 beni confiscati alla mafia e assegnati ad amministrazioni locali. Meccanismi premiali son previsti per i progetti sviluppati insieme agli Enti de Terzo Settore e per quelli che prevedono come destinazione d’uso centri antiviolenza per donne e bambini o case rifugio, oppure asili nido o micronidi. Un’apposita norma inserita all’interno del decreto-legge ‘Pnrr 2’ stanzia 2 milioni di euro per sostenere le spese iniziali di gestione delle attività.

Altro aspetto fondamentale del piano di interventi previsti nel Pnrr riguarda il contrasto alla povertà educativa nelle regioni del Mezzogiorno: previsti complessivamente 220 milioni di euro. Altri 100 milioni di euro saranno spesi invece per il recupero e la riqualificazione dell’ex Real Albergo dei Poveri di Napoli. Una cifra identica è stata stanziata per la demolizione delle ‘baraccopoli’ di Messina, il risanamento dell’area e il ricollocamento delle circa 2.300 famiglie (circa 8mila persone) lì presenti.

La Legge di Bilancio 2022 proroga fino al 31 dicembre 2022 il credito d’imposta rivolto alle imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive che hanno sede nelle zone assistite di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo.

Nel percorso di superamento dei divari territoriali, è stato sbloccato il Fondo per la perequazione infrastrutturale da 4,6 miliardi di euro istituito dalla Legge di Bilancio 2021. Le risorse devono essere utilizzate tra il 2022 e il 2033 e sono riservate a colmare il divario di infrastrutture tra le aree del Paese, con particolare riguardo al Mezzogiorno.
Finora l’effettiva erogazione del Fondo non è stata possibile a causa della difficoltà a procedere concretamente con la ricognizione delle opere esistenti e, quindi, con la definizione del gap da recuperare. L’Agenzia per la Coesione territoriale ha completato il lavoro istruttorio relativo alle infrastrutture statali e non statali.

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