Nel 2021 la percezione delle tematiche ambientali si polarizza tra Nord e Sud del Paese. In particolare, i cambiamenti climatici preoccupano il 54,4,3% degli abitanti del Nord-est rispetto al 46,5% di quelli del Sud. L’inquinamento delle acque è particolarmente sentito dagli abitanti di entrambe le ripartizioni settentrionali, molto meno nel Mezzogiorno, soprattutto nelle Isole. E’ quanto emerge dall’indagine multiscopo ‘Aspetti della vita quotidiana’ dell’Istat che rileva la percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali.
All’opposto, richiamano l’attenzione soprattutto dei residenti del Centro e del Mezzogiorno le tematiche legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti (47,7% al Centro, 46,6% al Sud e 40,0% del Nord-est) e all’inquinamento del suolo (25,5% al Sud e 20,1% al Nord-ovest). Nel corso degli ultimi anni i cittadini del Lazio e della Campania hanno manifestato maggiore preoccupazione rispetto alle altre aree del Paese per la produzione e lo smaltimento di rifiuti con valori pari, rispettivamente, a 52,2% (51,2% nel 2018) e 51,9% (53,0% nel 2018), contro la media nazionale del 44,1% (46,0% tre anni prima).
Vivere in centri dell’area metropolitana rafforza la preoccupazione sull’inquinamento dell’aria, l’inquinamento acustico e la produzione e lo smaltimento dei rifiuti. Risiedere nei piccolissimi comuni aumenta invece la sensibilità rispetto all’inquinamento del suolo e al dissesto idrogeologico. L’età rappresenta un’importante determinante della variabilità delle preoccupazioni ambientali. I giovani fino a 34 anni sono più sensibili di altre fasce di età per ciò che riguarda la perdita della biodiversità (32,1% tra i 14 e i 34 anni contro 20,9% degli over55), la distruzione delle foreste (26,2% contro 20,1%) e l’esaurimento delle risorse naturali (24,7% contro 15,9%).
Gli ultracinquantenni si dichiarano invece più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (26,3% contro 17,0% degli under35) e l’inquinamento del suolo (23,7% contro 20,8%). La quota di cittadini che esprimono preoccupazioni per lo stato dell’ambiente cresce all’aumentare del titolo di studio per molte tematiche, con differenziali relativi particolarmente elevati nel caso dei cambiamenti climatici (61,2% tra chi ha la laurea rispetto al 46,8% tra chi ha al massimo la licenza media), della produzione e lo smaltimento dei rifiuti (54,1% rispetto al 38,3%) e l’inquinamento delle acque (46,8% contro 36,5%).
Nelle regioni del Nord si rileva una percentuale più elevata rispetto alla media nazionale di persone che hanno abitudini virtuose legate alla mobilità: il 52,4% fa attenzione a non adottare comportamenti di guida rumorosi (45,0% nelle regioni del Mezzogiorno) e il 19,9% sceglie mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati (13,9% nel Sud e Isole).
Nelle regioni del Centro si nota una maggiore attenzione nel leggere le etichette dei prodotti (39,3% contro il 35,4% del Mezzogiorno) e acquistare prodotti biologici (15,7% rispetto al 14,4% del Nord). I residenti nel Mezzogiorno si distinguono invece per l’elevata frequenza di acquisto di alimenti e prodotti locali (29,6% contro 21,1% del Nord). L’attenzione a non sprecare acqua ed energia non mostra variabilità legata al territorio.