La gestione industria e servizi, secondo l’Inail, è l’unica a far registrare un segno negativo di morti sul lavoro (-6,0%, da 1.106 a 1.040 denunce mortali), al contrario dell’agricoltura, che passa da 113 a 128 denunce (+13,3%), e del conto Stato da 51 a 53 (+3,9%). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Sud (da 283 a 318 casi mortali), nel Nord-Est (da 242 a 276) e nel Centro (da 215 a 227). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 425 a 313) e nelle Isole (da 105 a 87).
Il decremento rilevato tra il 2021 e il 2020 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali sono passati da 138 a 126 (-8,7%), sia a quella maschile, che è passata da 1.132 a 1.095 (-3,3%).
Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 1.080 a 1.036) e comunitari (da 61 a 48), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 129 a 137. Dall’analisi per fasce d’età emergono incrementi per gli under 34 (+6 casi) e per la classe 40-49 anni (+55), e decrementi in quelle 35-39 anni (-12) e over 50 (-98 decessi, da 852 a 754).
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel 2021 è diminuito su base annua del 4,7% nella gestione industria e servizi (dai 487.369 casi del 2020 ai 464.401 del 2021), è aumentato del 2,6% in agricoltura (da 26.287 a 26.962) e del 57,0% nel conto Stato (da 40.684 a 63.873).
Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quelli dell’amministrazione pubblica (-27,4%) e, soprattutto, della sanità e assistenza sociale, che nel 2021, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi (quasi 40mila denunce), presenta una riduzione del 53,1% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto alle oltre 84mila denunce registrate nel 2020 (sintesi di un +164% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno, di un +14% nel bimestre luglio-agosto e di un -75% tra settembre e dicembre).