sabato 1 Aprile 2023
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Giustizia al Sud, la relazione della Commissione interministeriale

L'analisi ha riguardato 62 Tribunali e 16 Corti d'Appello, con l'obiettivo di individuare le difficoltà alla base dei procedimenti civili, far emergere le buone prassi esistenti e proporre provvedimenti utili a migliorare l'operatività degli Uffici giudiziari

La Commissione interministeriale per la giustizia nel Sud ha presentato la relazione conclusiva dei propri lavori.

La Commissione – promossa dalle ministre per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, e della Giustizia, Marta Cartabia – si è insediata lo scorso 5 agosto 2021, presieduta da Maria Rosaria Covelli, Capo dell’Ispettorato Generale presso il Ministero della Giustizia. L’analisi ha riguardato 62 Tribunali e 16 Corti d’Appello, per un totale di 78 Uffici giudiziari, che hanno collaborato attivamente con la Commissione.

L’obiettivo dei lavori era quello di individuare le difficoltà che stanno alla base dell’elevato carico di pendenze relative ai procedimenti civili che si registra nelle regioni meridionali (oltre il 50% del totale nazionale), far emergere le buone prassi esistenti per aiutarne la diffusione e, infine, proporre provvedimenti utili a migliorare l’operatività degli Uffici giudiziari e smaltire l’arretrato, con particolare attenzione alla giustizia civile e coerentemente con le priorità indicate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Abbiamo finalmente una ricognizione articolata della situazione delle 16 Corti d’Appello e dei 62 Tribunali del Sud e delle Isole: a breve le linee guida proposte dalla Commissione diventeranno proposte concrete di intervento, spiegano le ministre Carfagna e Cartabia. “Questi uffici giudiziari sono una risorsa preziosa per tutto il Paese, è nostro compito assicurare loro le migliori condizioni possibili per operare”.

“Questo lavoro smentisce non pochi stereotipi e rivela le cause profonde di alcune criticità”, proseguono Carfagna e Cartabia. “Una giustizia civile efficiente è ‘l’infrastruttura civica’ indispensabile per attrarre al Sud più investimenti, contribuire a creare più lavoro, crescita economica e sociale”.

Il quadro generale

La relazione consegnata dalla presidente Covelli evidenzia come non ci siano veri e propri gap organizzativi nei Tribunali e nelle Corti d’Appello del Mezzogiorno. Anzi, molti di essi presentano iniziative e pratiche positive da estendere anche in altri ambiti.

Le difficoltà riguardano invece soprattutto l’elevato tasso di mobilità dei magistrati e la scopertura negli organici, che rendono difficile l’organizzazione del lavoro e rallentano le pratiche in corso. Inoltre, gli Uffici giudiziari meridionali faticano ad accedere a risorse esterne al ‘sistema Giustizia’, come ordini professionali, Camere di commercio ed enti locali, che in altre realtà supportano maggiormente l’attività dei magistrati. Altri ostacoli sono rappresentati dalla disomogeneità degli esiti giudiziali e dall’insufficiente ricorso a meccanismi quali la mediazione e la negoziazione assistita o alla risoluzione di cause attraverso proposte conciliative del giudice. La relazione segnala infine numerosi problemi relativi all’edilizia giudiziaria, con carenza di spazi, malfunzionamento o assenza dei sistemi di condizionamento dell’aria, manutenzione straordinaria insufficiente, mancanza di aule protette per gli utenti fragili, oltre a una generale insoddisfazione emersa per l’inadeguatezza dei servizi (parcheggi, servizi igienici, ecc.).

A fronte di questo quadro, la Commissione avanza una serie di proposte normative, che devono riguardare necessariamente l’intero sistema giudiziario nazionale, e di interventi, che a partire dal Mezzogiorno potranno poi estendersi ad altre realtà.

Le proposte normative: alcuni esempi

  • Incentivi e soluzioni normative per ridurre il turn over negli Uffici giudiziari: revisioni periodiche e regolari delle piante organiche, con riguardo all’effettivo carico di lavoro; riduzione dei tempi per l’indizione dei bandi per nuovi magistrati e per lo svolgimento dei concorsi, ai quali si dovrebbe accedere senza alcuni limiti attualmente presenti; riduzione della percentuale di scopertura per determinare la sospensione dei trasferimenti; modifica dei requisiti e incentivi per le sedi disagiate e possibilità di individuare queste ultime anche solo per un singolo settore (penale/civile); introduzione del giudice monocratico d’appello per le cause di minore valore; l’applicazione su base volontaria (con adeguati incentivi) presso le sedi più in difficoltà di magistrati in servizio presso altri Uffici, per operare dalla propria sede mediante udienze da remoto o a trattazione scritta.
  • Incrementare l’informatizzazione, le infrastrutture digitali e le risorse materiali degli Uffici giudiziari: Tribunale Smart per favorire l’accesso agli uffici giudiziari e l’agevole reperimento di informazioni qualificate; Banca dati nazionale dei provvedimenti, per favorirne la conoscenza e consentirne la piena fruibilità; formazione per potenziare le competenze tecnologico-informatiche del personale; evoluzione dei sistemi informativi; standardizzazione degli atti.
  • Realizzazione – sulla base di progetti sperimentali – dell’intelligenza artificiale nell’ambito del settore giustizia: Banca dati nazionale che si alimenti in maniera automatica e raccolga in forma anonima ordinanze, decreti, sentenze, per una maggiore conoscenza dell’orientamento giurisprudenziale; Banca dati conciliativa nazionale; meccanismi volti alla conoscenza di trend che possono supportare i capi degli uffici nelle scelte organizzative; interoperabilità tra i registri di Cancelleria e il sistema dell’Agenzia delle Entrate per la verifica dell’autenticità delle fatture emesse, con riferimento ai ricorsi per l’emissione del decreto ingiuntivo.
  • Circolazione e conoscenza delle prassi virtuose: costituzione di una sede istituzionale nazionale idonea a raccogliere, esaminare, diffondere e monitorare le best practices.
  • Superamento delle criticità e carenze relative all’edilizia giudiziaria: potenziamento del personale da adibire all’espletamento delle procedure ad evidenza pubbliche; nel frattempo, costituire una task force che possa potenziare temporaneamente e in tempi brevi il proprio organico; realizzazione di un sistema informatizzato di gestione degli immobili; interventi per adeguare gli impianti termici e a tutela della vulnerabilità sismica; realizzazione di aule protette per l’audizione dei minori, asili nido, presidi sanitari di primo soccorso.
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