Una strategia regionale univoca in materia di innovazione e ricerca che guiderà lo sviluppo con la spinta delle risorse finanziarie del Pnrr, del Fondo per la coesione e lo sviluppo e dei fondi strutturali europei della prossima programmazione 2021-2027. Questo il tema al centro del confronto ‘Innovazione e ricerca in Sicilia. Disegnare le politiche’ sull’utilizzo delle risorse della nuova programmazione e del Pnrr, organizzato ieri allo Steri, sede del rettorato di Palermo, dagli assessorati regionali alle Attività produttive e all’Istruzione e alla formazione professionale, con i rettori delle università siciliane, i dirigenti generali della Regione siciliana e numerosi attori del mondo dell’innovazione e della ricerca in Sicilia, Cnr e Istituto nazionale di fisica nucleare.
“Un confronto con la spina dorsale della ricerca e dell’innovazione in Sicilia finalizzato ad aumentare la nostra capacità di competere”, ha detto Eugenio Ceglia, vice capo di gabinetto del presidente della Regione siciliana, che ha portato i saluti di Nello Musumeci.
“Il governo Musumeci ha fortemente voluto questo primo confronto pubblico sui temi dell’innovazione e della specializzazione intelligente – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano – perché crede che la Regione abbia bisogno di un metodo nuovo per affrontare le sfide della prossima programmazione e del Pnrr e che sia indispensabile acquisire elementi di riflessione e qualificati contributi dai soggetti che operano nell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione in Sicilia”.
Per l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, “la liberazione di risorse ingenti e senza precedenti impone un’azione di governo improntata alla collegialità delle iniziative con il mondo della ricerca, e alla responsabilità perché il Pnrr è sostanzialmente un prestito che dovranno restituire le future generazioni”. La necessità di una strategia regionale sull’innovazione è emersa dall’indagine ‘La Smart Specialisation Strategy in Sicilia: diffusione e peculiarità 2015-2020 situazione pre-Covid 19 e prime reazioni alla pandemia’, elaborata dalla società di ricerca indipendente Met e presentata dall’economista Raffaele Brancati.
Dall’indagine emerge che in Sicilia gli attori molto avanzati nel campo della ricerca e dell’innovazione siano ancora pochi, mentre sono più numerosi i soggetti intermedi che, però, spesso avviano percorsi innovativi con molte fragilità a livello strategico e che di frequente nell’arco di un biennio portano all’interruzione dei programmi. Problematico anche il tema delle competenze: a fronte di un grande fabbisogno solo il 12 per cento delle imprese segnala carenze di competenze mentre chi fa ricerca si affida per il 64 per cento a rapporti con altre imprese, per il 25 per cento a consulenti e solo per il 25 per cento a rapporti con università e laboratori.
A sottolineare il legame tra imprese e università gli interventi dei rettori dei tre Atenei siciliani, Massimo Midiri dell’Università di Palermo, Francesco Priolo dell’Ateneo di Catania e Salvatore Cuzzocrea dell’Ateneo di Messina. Sulla scorta della Strategia regionale per la specializzazione intelligente – S3 Sicilia, elaborata dal dipartimento Attività produttive, guidato da Carmelo Frittitta, la Regione siciliana si muoverà in continuità per la nuova programmazione della spesa.