venerdì 24 Marzo 2023
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Sud, Pnrr: per i presidenti delle Regioni mancano sette miliardi

Con i primi bandi le Regioni scoprono che la percentuale obiettivo riservata al Sud - il 40% dei fondi - si calcola solo su una parte delle risorse destinate all’Italia e non è uguale per tutte le voci di spesa. La Carfagna promette: "Se le quote risulteranno inferiori, saranno compensate da future assegnazioni di risorse"

40% del totale è la percentuale dei fondi che il Pnrr deve riservare al Sud. Ma, con i primi bandi, su asili nido e infrastrutture, le Regioni scoprono che il 40% si calcola su una parte delle risorse destinate all’Italia, ossia sui 206 miliardi territorializzabili, e non sui 222 miliardi comprensivi del Pnrr e del piano complementare che include fondi nazionali ma segue le stesse regole del Pnrr. Risulterebbero così 7 miliardi in meno, 82 invece che 89. Sul testo del Pnrr si legge che “Il Governo ha deciso di investire non meno del 40% delle risorse territorializzabili del PNRR (pari a circa 82 miliardi) nelle otto regioni del Mezzogiorno, a fronte del 34% previsto dalla legge per gli investimenti ordinari destinati su tutto il territorio nazionale”. Oltre alla quantità di risorse destinate al Sud, dall’analisi delle Regioni si è scoperto che la percentuale obiettivo non sarebbe la stessa per tutte le voci di spesa. Tre delle sei missioni del Pnrr – Rivoluzione digitale, Verde e Salute – riceveranno meno del 40%. Due missioni superano la percentuale obiettivo (53% per infrastrutture e 46% per istruzione). Lavoro e inclusione sociale la sfiorano appena, con un 39%.

La questione è sorta in seguito all’informativa del Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili a proposito del decreto che assegna 2,8 miliardi (più 20 milioni di fondi nazionali) per la rigenerazione urbana ed edilizia, con 159 progetti per migliorare la qualità della vita nelle città, nei centri e nelle periferie. In tal proposito il Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha affermato in un’intervista a La Repubblica: “Considero un’ottima notizia il fatto che il 40% delle risorse stanziate sia destinato al Sud. Vuol dire che l’obiettivo della rigenerazione urbana ha stimolato anche il Mezzogiorno ad affrontare seriamente la sfida del bando per i progetti pubblicato dal ministero”. Tuttavia, alla mission Infrastrutture dovrebbero andare, secondo il Pnrr, il 53% delle risorse e non solo il 40: per alcuni si compenserà alla fine, altri sono più scettici.

Da qui la polemica.

Il Ministro delle Infrastrutture sostiene la correttezza dei calcoli del Ministero dell’Economia sui fondi del Pnrr per le regioni del Sud: “Dei 62 miliardi assegnati al nostro ministero dal Pnrr circa il 56% andrà alle regioni meridionali“. Percentuale addirittura più alta perché “i progetti dell’alta velocità ferroviaria da Napoli a Bari o da Salerno a Reggio Calabria prevedono investimenti molto cospicui, così come l’elettrificazione delle ferrovie nel Mezzogiorno o la sperimentazione dei treni all’idrogeno”.

Carfagna: compensazioni future se le quote per il Sud risultano inferiori

La Ministra per il Sud Mara Carfagna ha affermato che, in cabina di regia del Pnrr dedicata a Scuola e Università in data 7 ottobre, è stato ribadito il principio del 40% dei fondi per il Mezzogiorno. Tuttavia, la Carfagna promette che si procederà alla verifica degli esiti del primo bando nel settore dell’edilizia scolastica, per evitare l’errore di marzo scorso, con il bando da 700 milioni che fissava per il Sud una percentuale più bassa, del 34%. La Ministra ribadisce così l’impegnando a capire quanti fondi siano riservati alle singole regioni del Sud: “Se le quote risulteranno inferiori, saranno compensate da future assegnazioni di risorse”.

Non pochi però i dubbi dalle Regioni, che ammoniscono di non spacciare per fondi del Pnrr le risorse che invece vengono direttamente dai Fondi europei 2021-27 ed erano già destinati alle stesse regioni.

De Luca: 40% percentuale non vera

Le parole più forti arrivano dal governatore della Campania, dove il primo decreto contiene 9 progetti ammessi ai finanziamenti del Pnrr per un totale di quasi 134 milioni di euro. Per il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca:Sostenere che il 40% delle risorse contenute nel piano è destinata al Sud è una cosa non vera. Si arriva alla percentuale obiettivo considerando “il trasferimento di fondi operato a danno del Fondo di Sviluppo e Coesione, risorse peraltro già destinato al Mezzogiorno”, per il Presidente delle Regione Campania. “Sarà un’impresa ardua realizzare le opere previste se non si opera una sburocratizzazione radicale delle procedure”. Ma, ammonisce De Luca, la partita si gioca anche sul personale tecnico e sulle figure della PA carenti in molti comuni del Sud. Per il neosindaco di Napoli, non ancora proclamato, Gaetano Manfredi, è infatti insufficiente il numero del personale per l’esecuzione dei progetti nel capoluogo partenopeo. E, per attuare i progetti del Pnrr, è fondamentale la formazione del personale tecnico. Per questo il Ministro Giovannini ha dato vita all’iniziativa Pnrr Academy, in collaborazione con la Scuola superiore della pubblica amministrazione. Lo scopo è di formare 40mila tecnici “che nelle stazioni appaltanti dovranno applicare le nuove procedure previste dal Pnrr”.

Per il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: “La quota del 40% al Sud è nel piano approvato dalla Commissione Ue il 13 luglio. Qualunque atto esecutivo del piano deve rispettare quel principio, altrimenti non è rendicontabile alla stessa Ue”.

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