La pandemia “ha fatto compiere un enorme salto in avanti negli investimenti pubblico privati” nella digitalizzazione del Paese “e c’é chi parla di salto in avanti di 7 anni” rispetto a prima del Sars-Cov-2, “ma ci sono ancora molte cose da fare” come “portare la banda larga dappertutto, non solo cioè connettere le aree sulle montagne ma anche le periferie delle città che non sono collegate” e “dobbiamo connettere 9 mila scuole e 12mila strutture sanitarie che oggi non lo sono”. Così il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, parlando al web talk “Pnrr ed economia sociale, tra sussidiarietà e innovazione”.
“Ci sono ancora delle inadeguatezze molto pesanti di preparazione alla digitalizzazione del Paese che coprono gli aspetti delle infrastrutture, dei servizi e quello – dove penso che il Terzo Settore possa e debba giocare un ruolo – quello delle competenze e della formazione” ed un “primo elemento é fornire a tutti una identità digitale e un domicilio digitale“ perché “tutto ciò porta anche minori barriere” nella società “se si è digitalmente connessi” prosegue il Ministro.
“Noi -ha aggiunto – ci siamo dati un obiettivo ambizioso: arrivare al 70% della popolazione italiana con identità digitale entro 5 anni“. Il Piano europeo è allineato al nostro ma non molti in Europa hanno come noi 20 milioni di identità digitali e 7.600 in qualche modo connessi” ha rimarcato Colao.