È in arrivo una schiarita più luminosa delle attese per l’economia italiana dopo l’annus horribilis della crisi da Covid. L’Istat ha rivisto significativamente al rialzo la stima di crescita con un ritocco di 0,7 punti percentuali portandola a +4,7%, contro il +4% indicato in precedenza, ed il crollo dell’8,9% del 2020. Una stima quella dell’Istituto di statistica supera anche quella del governo nella Nadef a +4,5%.
“Il ripristino delle misure di distanziamento sociale nel primo trimestre e il deciso miglioramento delle aspettative delle imprese sull’evoluzione del ciclo economico hanno avuto effetti sui consumi delle famiglie e sugli investimenti”, rileva l’istituto.
La crescita continuerebbe ad essere sostenuta anche nel 2022 a +4,4%. Più ottimista il governo, che nel Def di aprile ha previsto un incremento del prodotto interno lordo del 4,8%. Due rischi sulla schiarita in arrivo: l’effettiva capacità di realizzazione delle misure programmate nel Pnrr e all’evoluzione dell’emergenza sanitaria. A trainare i consumi, il miglioramento del clima di fiducia da parte di famiglie e imprese e la spinta in arrivo dagli interventi del Pnrr. Marginale il contributo in arrivo dalle esportazioni.
Nel biennio di previsione, spiega l’Istat, l’aumento del pil sarà determinato dalla domanda interna al netto delle scorte (rispettivamente +4,6 e +4,5 punti percentuali) trainata dagli investimenti (+10,9% e +8,7%) e, con un’intensità minore ma significativa dalla spesa delle famiglie (+3,6%).
Dalla domanda estera netta è atteso un apporto positivo nel 2021 di soli 0,1 punti percentuali e negativo nel 2022 (-0,1%) mentre le scorte fornirebbero un contributo nullo nel biennio considerato. Le previsioni per gli anni 2021 e 2022 sono fortemente legate alle ingenti misure di sostegno agli investimenti pubblici e privati previste dal Recovery plan nazionale. Il processo di accumulazione del capitale è previsto in marcata accelerazione nel 2021 (+10,9%) e nel 2022 (+8,7%). L’evoluzione attesa per gli investimenti permetterebbe inoltre un deciso recupero della quota sul Pil che salirebbe di circa 2 punti percentuali, dal 17,8% del 2020 al 19,6% del 2022.
Sulla scia della crescita si registrerà anche un progressivo miglioramento del mercato del lavoro. L’evoluzione dell’occupazione, misurata in termini di Ula, sarà in linea con quella del pil, con una accelerazione nel 2021 (+4,5%) e un aumento nel 2021 (+4,1%). L’andamento del tasso di disoccupazione rifletterà invece la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro con un aumento nell’anno corrente (9,8%) e un lieve calo nel 2022 (9,6%).