Tempo due mesi e potremo togliere la mascherina? Sarebbe questa la valutazione che si sta facendo in questi giorni, considerato l’andamento del contagio da covid e l’avanzata della campagna vaccinale. Lo ha lasciato intendere il premier Mario Draghi. Lo ha ribadito il portavoce del Comitato tecnico scientifico Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità. L’obiettivo, insomma, sarebbe quello di un’estate senza l’assillo della mascherina. Eppure i cittadini non sembrano avere così tanta fretta di abbandonare il principale strumento di prevenzione personale, una presenza costante per tutti nell’ultimo anno. Sette italiani su dieci infatti continueranno ad usarla per sicurezza. E tra gli ‘affezionati’ alla mascherina il 55% è under 35. Solo un italiano su quattro afferma che smetterà di usare la mascherina appena possibile perché si sente sicuro. E’ quanto emerge da un sondaggio Emg-Different/Adnkronos.
Alla domanda ‘si va verso un’estate senza mascherine, lei come si comporterà?’ il 65% del campione risponde che continuerà ad indossarla per sicurezza; solo il 27% smetterà di usare la mascherina perché si sente sicuro (l’8% preferisce non rispondere). Tra coloro che dichiarano che continueranno ad usare la mascherina, il 64% uomini e il 66% donne. Diversificata la risposta a seconda delle fasce d’età: tra chi non vuole abbandonare la mascherina, il 55% ha meno di 35 anni, il 72% ha tra i 35 e i 54, il 65% ha più di 55 anni. Più equilibrate le risposte in base all’area geografica: si va dal 67% al Centro e nelle Isole, al 65% al Sud, al 64% al Nordovest, al 63% al Nordest.
Il sondaggio, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, regione, classe d’ampiezza demografica dei comuni, è stato realizzato il 24 maggio 2021 con il metodo della rilevazione telematica su panel, su un campione di 1.525 casi (universo: popolazione italiana maggiorenne) e presenta un intervallo fiduciario positivo/negativo del 2,3%. Totale contatti: 2.000, tasso di risposta 76%; rifiuti/sostituzioni 475 (tasso di rifiuti 24%).
Draghi: “Accelerare su vaccini, green pass pronto a metà giugno”
Nel Consiglio Europeo c’è stata una “certa soddisfazione per il modo in cui procedono” in Europa “le campagne vaccinali” contro il Covid-19, che “devono continuare ad accelerare anche in estate“. Lo dice il presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del summit a Bruxelles.
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen “ha dato conto delle forniture” di vaccini contro il coronavirus “e per ora non vi sono sorprese. Le forniture, quindi, continueranno ad arrivare in maniera sufficiente” spiega il premier. “Noi abbiamo ricevuto molti complimenti per come abbiamo organizzato il summit sulla salute e anche per i contenuti del summit, i progressi che sono stati fatti”, aggiunge Draghi.
GREEN PASS – Quanto al Green Pass, il “certificato verde con lo stato di salute dei cittadini europei sarà pronto a metà giugno. Ci sono ancora questioni aperte su cui si dovrà pronunciare l’Ema, in particolare sulla durata di questo passaporto” dice il premier.
VACCINI, UE PUNTA A CONDIVIDERE 100 MILIONI DI DOSI – Il presidente del Consiglio sottolinea che l’Ue punta a condividere entro quest’anno “100 mln di dosi” di vaccini anti Covid con Paesi a basso reddito, dove la situazione sotto il profilo dell’immunizzazione continua ad essere “critica”, ma la vera “differenza” l’hanno fatta le grandi case farmaceutiche, promettendo almeno un miliardo di dosi di vaccino a prezzo di costo ai Paesi a basso reddito e a prezzi contenuti a quelli a medio reddito.
“Abbiamo passato in rassegna – afferma Draghi – la situazione della vaccinazione nei Paesi più poveri, dove la situazione continua ad essere critica. Covax, che è il nostro strumento principale, finanziato in modo molto significativo, ha come maggior fornitore di vaccini il Serum Institute indiano, che oggi è chiuso. Quindi diventano, almeno per il momento, cruciali le offerte di vaccino, la condivisione delle dosi che vari Paesi stanno facendo. L’Europa punta a condividere 100 mln di dosi, gli Usa sono a 80 mln, l’Italia ne ha offerte 15 mln”.
“Ma quello che davvero ha fatto la differenza – prosegue Draghi – è stata la promessa delle aziende farmaceutiche di dare da 1 a 2 mld di dosi nel prossimo anno e mezzo, a prezzo di costo nei Paesi a basso reddito e con un piccolo profitto in quelli a medio reddito. La dimensione di questa offerta ci permetterà di soddisfare una domanda che è di gran lunga superiore a quello che tutti noi possiamo fare ora. E poi si spera che anche Covax diventi attivo”.
EXPORT – Il premier spiega poi che tra i capi di Stato e di governo dell’Ue c’è “accordo completo” sulla necessità di rimuovere, a livello globale, qualsiasi “blocco” alle esportazioni di vaccini contro il Covid. “Ora la priorità sul fronte delle relazioni internazionali per quanto riguarda i vaccini, e su questo c’è accordo completo – dice Draghi – è eliminare ogni blocco alle esportazioni. L’Europa esporta più o meno quanto consuma, mentre Usa, Regno Unito e altri Paesi non permettono alcuna esportazione”.
BREVETTI – Il premier conferma che la Commissione Europea sta lavorando ad una “terza via” sulla tutela della proprietà intellettuale dei vaccini anti Covid, “che prevede il conferimento obbligatorio delle licenze nei momenti di maggiore emergenza”. “Anche sulla questione dei brevetti dei vaccini contro il Covid-19 – riassume Draghi – si sta arrivando a una soluzione che probabilmente è quella che promette di più tra lasciare le cose come stanno e quello che era la sospensione, come io stesso avevo suggerito, temporanea e circoscritta dei diritti di brevetto. E’ forse il provvedimento più semplice da prendere, ma poi deve essere seguito dalla produzione, dall’organizzazione e dal trasferimento di tecnologia. Tutti passi estremamente complicati”.
MIGRANTI – Poi, sul tema dell’immigrazione: “Continueremo ad affrontare il problema” dei migranti “da soli fino al prossimo Consiglio europeo, sta a tutti noi prepararlo bene per arrivare a una soluzione efficace e nel segno della solidarietà” dice il presidente del Consiglio. Mettere a “dormire” un “problema” come quello delle migrazioni “non lo fa sparire” sottolinea Draghi, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Europeo, durante il quale ha ricordato ai colleghi l’esistenza del problema, da tempo assente negli ordini del giorno dei summit Ue, essendo un tema divisivo, che però tocca non solo l’Italia, ma anche altri Paesi del Sud Europa.
“Avevo detto in anticipo – dice il premier – che avrei sollevato il problema delle migrazioni, che è stato assente dalle agende del Consiglio Europeo per parecchio tempo. Infatti ho esordito dicendo che mettere a dormire un problema non lo fa sparire. Ho offerto numeri e dati delle ultime settimane”. “Devo dire – aggiunge – che da parte soprattutto di Francia e Germania c’è coscienza del problema: quanto poi questo porti a soluzioni comuni e condivise è tutto da costruire. Ma i primi passi, anche da parte della Commissione, sembrano mostrare una certa consapevolezza che occorre una risposta solidale, non indifferente. Si discuterà più in dettaglio della questione della migrazione nel prossimo Consiglio Europeo. Quello che ho chiesto è che venga inserita nell’agenda del prossimo Consiglio”.
BIELORUSSIA – L’Ue ha preso una posizione “molto netta” dopo il dirottamento di un volo Ryanair ad opera delle autorità bielorusse, che “è stato definito un atto di pirateria internazionale”, a fronte del quale “sono state decise sanzioni” sottolinea il premier al termine del Consiglio Europeo. La discussione nel summit “è stata essenzialmente sulla natura delle sanzioni da prendere e sul fatto che non colpissero principalmente la popolazione civile”.