La maggior parte del mondo ha assistito a un crollo record del Prodotto interno lordo: Italia è a – 8,8%, un dato migliore di quello preventivato dal Governo
Il 2020 sarà ricordato come l’annus horribilis per l’economia globale. Tutti i Paesi del mondo hanno risentito dell’emergenza coronavirus e la maggior parte ha assistito a un crollo record del Prodotto interno lordo. Eccezion fatta per la Cina, rimbalzata fuori dal Covid già con il +4,9% del Pil del terzo trimestre e che ora ha ripreso a correre a un ritmo più veloce di prima della pandemia, con una crescita in media d’anno del 2,3%. Peggio del -8,8% italiano ha fatto la Spagna con -11%, mentre la Francia ha chiuso a poco meglio a -8,3%.
Ecco come hanno archiviato l’anno appena trascorso le maggiori economie mondiali.
Eurozona, -6,8%
Nuova contrazione del Pil dell’area euro nel quarto trimestre, seppure limitata a un-0,7% rispetto al trimestre precedente, in cui era rimbalzato del 12,4% dopo il crollo pandemico. In questo modo, secondo una stima preliminare diffusa da Eurostat, l’intero 2020 si è chiuso con una recessione del 6,8% per l’Unione, corretta dagli effetti di calendario, e con un -6,4% dell’intera Ue (-0,5% del Pil tra terzo e quarto trimestre).
Spagna, -11%
Il Pil della Spagna è sceso dell’11% nel 2020 secondo la prima stima ufficiale pubblicata dall’Istituto nazionale di statistica (Ine). La cifra è vicina alla previsione del governo spagnolo (-11,2%) e migliora significativamente la stima più pessimista rilasciata dal Fondo Monetario Internazionale, che prevedeva un calo del 12,8%.
Italia, -8,8%
Nel 2020 il Pil italiano è sceso dell’8,8% (dato grezzo), mentre nel quarto trimestre del 2020 è sceso del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% rispetto al quarto trimestre del 2019. Il dato è lievemente migliore delle attese del governo, che nella Nota di aggiornamento al Def aveva stimato per l’anno una contrazione del 9%. In termini destagionalizzati, nel 2020 il Prodotto interno lordo italiano è calato dell’8,9%.
Francia, -8,3%
L’economia francese ha vissuto una recessione storica nel 2020, con il Pil a -8,3% dopo una crescita dell’1,5% nel 2019. Secondo la prima stima pubblicata dall’Insee, il dato è migliore del -9% che lo stesso istituto di statistica e la Banque de France avevano previsto precedentemente e ancor più rispetto al -11% atteso dal governo. –
Portogallo, -7,6%
Il Portogallo ha archiviato l’anno appena trascorso con un Pil in discesa del 7,6% dopo l’aumento del 2,2% dell’anno precedente. Secondo la prima stima diffusa dall’istituto nazionale di statistica Ine, il calo è tuttavia meno pronunciato di quanto avessero previsto sia il governo sia la Banca centrale del Portogallo, che si aspettavano rispettivamente -8,5% e -8,1%. Nel IV trimestre l’attività economica è cresciuta dello 0,4% sul trimestre precedente, quando era aumentata del 13,3%. Su base annua il Pil è sceso del 5,9% tra ottobre e dicembre, dopo il -5,7% del terzo trimestre.
Germania, -5%
L’economia della Germania nel 2020 si è contratta del 5% secondo i dati preliminari dell’ufficio federale di statistica Destatis, sostanzialmente in linea con l’atteso -5,1%. Il dato è meno grave della contrazione record del 5,7% subita nel 2009 durante la crisi finanziaria globale. “L’economia tedesca è entrata in una profonda recessione dopo un decennio di crescita – ha commentato l’istituto di statistica – tuttavia, l’indicatore sta andando meglio delle previsioni del governo, che aveva previsto un calo del 5,5%”.
Usa, -3,5%
Per gli Stati Uniti il 2020 si chiude con un Pil in discesa del 3,5%, il peggior dato annuale dal 1946. Il calo interrompe una fase espansiva che durava da 11 anni: la contrazione annuale è la prima dal 2009, quando durante la crisi finanziaria il Pil diminuì del 2,5%. Per il 2021 è atteso un rimbalzo di circa il 5,5%, vaccini premettendo.
Cina, +2,3%
Malgrado la crisi del Covid-19, la Cina è riuscita ad archiviare il 2020 con un Prodotto interno lordo in aumento del 2,3%, oltre le attese del mercato che si aspettava un +2,1%. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, il Pil si è attestato lo scorso anno a 101.598,6 miliardi di yuan, pari a circa 15.420 miliardi di dollari. In termini percentuali, si tratta, tuttavia, della crescita più lenta da oltre 40 anni.
L’APPROFONDIMENTO SULL’ITALIA
Nel 2020 il Pil italiano è calato dell’8,8% (dato grezzo) mentre nel quarto trimestre del 2020 è sceso del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% rispetto al quarto trimestre del 2019. Lo rende noto l’Istat in base alle stime provvisorie.
Il dato è lievemente migliore delle attese che indicavano un calo del 9%. Per il periodo ottobre-dicembre il consensus degli analisti indicava un calo tra il 2% e il 2,2%. In termini destagionalizzati nel 2020 il pil italiano è sceso dell’8,9%. Il Pil acquisito per il 2021, quello che si otterrebbe se la variazione di tutti e 4 i trimestri dell’anno fosse zero, è positivo, pari a +2,3%.
L’economia italiana, spiega l’Istat commentando i dati, registra, dopo il robusto recupero del terzo trimestre pari a +16%, una nuova contrazione nel quarto “a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria. Tale risultato – continua l’Istituto di statistica – determina un ampliamento del calo tendenziale del Pil: da -5,1% del trimestre precedente a -6,6%”. Il quarto trimestre ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2019. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.