Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, Charles Michel e Thierry Breton: necessarie nuove regole del web
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, parlando dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca davanti alla plenaria del Parlamento europeo, ha parlato di una “nuova alba”, di “un messaggio di guarigione per una nazione ferita”.
Concetti simili a quelli del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “L’Europa è pronta per un nuovo inizio”, ha detto. E “propone a Joe Biden un nuovo patto fondatore tra l’Europa e gli Stati Uniti, per un’Europa più forte, un’America più forte e per costruire insieme un mondo migliore”.
La nuova alba è globale. E digitale.
“Dobbiamo contenere in modo democratico lo strapotere dei social, dobbiamo dare delle risposte, questa è la strada per combattere le teorie complottiste” ha spiegato la presidente von der Leyen.
“Anche da noi, in Europa, ci sono persone arrabbiate, scoraggiate, che cedono facilmente a teorie complottiste, ci sono social media che fanno da megafono a queste correnti di odio avvelenando la nostra democrazia” ha spiegato. “Naturalmente dobbiamo pensare alla situazione di ogni singolo cittadino e con il programma di Recovery dobbiamo dare delle risposte. Ma ogni politico deve impegnarsi nel contrasto alle fake news”.
il futuro dei social: le regole del web
Von der Leyen ha commentato anche la scelta di chiudere gli account social di Trump. Decisioni che “non possono essere lasciate ai Ceo della Silicon Valley”. “Noi in Europa” ha spiegato la presidente “crediamo all’innovazione, alle tecnologie moderne, perché senza la novità, senza innovazione, senza i progressi tecnologici non ci può essere un domani, non ci può essere un futuro. Ma non per questo dobbiamo rinunciare a quello che è irrinunciabile. Le nuove tecnologie mai e poi possono fare sì che distruggano queste realtà e questi valori”.
Poi la presidente ha fatto un richiamo al Digital Service Act e al Digital Market Act approvati a dicembre dalla Commissione Ue. “Con questi provvedimenti vogliamo fare in modo che online sia vietato tutto quello che lo è offline”. E a proposito di divieti coincidenti tra on line e offline, von der Leyen ha sottolineato l’importanza di un nuovo spirito di collaborazione da costruire con gli Usa: “Insieme possiamo scrivere le nuove regole dell’economia digitale, un sistema di regole basato sui nostri valori”.
le riforme del web
Che sia necessario riformare le regole del web è opinione condivisa, in Europa. In tal senso si è espresso anche Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno e il digitale.
“L’8 gennaio” ha detto in un’intervista “due grandi piattaforme hanno preso una decisione forte, senza precedenti. Il blocco degli account di Donald Trump rappresenta l’undici settembre dei social media. Ci sarà un prima e un dopo.
Se discutiamo di questo da anni è perché c’è un vuoto normativo. Ma le piattaforme, fino all’8 gennaio, non hanno mai voluto riconoscere questo problema e le loro responsabilità editoriali. Poi però è successo questo episodio. E se lo hanno fatto è perché hanno visto che sulle loro reti stava circolando qualcosa di sbagliato, con importanti conseguenze fuori dallo spazio digitale”.
Un’analisi lucida, quella di Breton.
“Se ora riconosci che è necessario controllare cosa succede sulle tue reti, allora implicitamente stai riconoscendo che avresti dovuto farlo anche prima. E poi mi chiedo: è giusto che un’azienda privata possa decidere di intervenire in questo modo, bloccando il presidente degli Stati Uniti? No, simili decisioni devono essere prese in base a delle leggi votate da un parlamento attraverso un processo democratico”.
Anche per Breton il Digital Service Act è molto importante: se fosse già in vigore non sarebbe potuto accadere ciò che è accaduto.
“Con queste regole non sarebbe stato possibile per le piattaforme decidere di bannare Trump, ma probabilmente certi suoi messaggi sarebbero stati bloccati molto prima dell’assalto al Campidoglio sulla base di regole decise dalle autorità pubbliche. Perché le piattaforme si sarebbero assunte le loro responsabilità e sarebbero intervenute per rispettare delle leggi. Noi abbiamo stabilito il principio per cui tutto ciò che è vietato offline dovrebbe essere vietato online. E mi sembra che offline sia vietato aizzare la folla contro il Campidoglio“.